Noia

Noia. Noia che allappa, percola, fluisce. Noia che cresce lentissima come muschio marrone, ricopre ogni stupore, già visto, già visto, già visto. Tutto quanto ripete se stesso, si aggira e rigira, come una macina a vento, e produce farina di noia, finissima polvere, infiltra ogni cosa e la imbianca e ti soffoca e cerchi di spingerla altrove, e sollevi altra polvere che ricade e riforma altra noia. Lontani i cavalli guardano l'orizzonte gelato. Lontane le nuvole corrono in fondo a orizzonti oramai esplorati. Tutto mappato, trascritto, i dettagli li trovi nel terzo scaffale. La noia. Compagna invadente, completa ogni frase con luoghi comuni e battute che non fanno più ridere e racconti mandati a memoria. La noia. Cammina strisciando le scarpe consunte su strade che girano in tondo, ti vede, solleva la testa, saluta, buongiorno, buongiorno, e prosegue, e pian piano ti accerchia e non vedi più niente, non credi più a niente e a nessuno, soltanto a te stesso che dice buongiorno, buongiorno, è tutto normale, è tutto tranquillo, è tutto diritto, avanti che il tempo non passa, ma gira in quel cerchio fatale che è fatto, per la parte maggiore, all'incirca al novanta per cento, di noia.