Inizia

Inizia un anno, sghembo, incompleto, attendista. I cavalli fumano nelle stalle, di quel vapore convoluto che fanno le bestie al freddo. Si corre senza guardare, si cade senza cadere. Quei tre, quattro, cinque passi fatidici di chi è già rovinato. Si finge lucidità, ma è tutto opaco, sporco, bruciato dal gelo. Una luce secca piove sugli angoli del mondo senza alcuna ragionevolezza, spietata. I suoni ripetitivi e tristi, arrotolati, di frese, ventole, motori. Voci di gente che sillaba le proprie incertezze. Verticalità improvvise, poi discese. Caffé amaro che incolla le labbra. Siamo all’inizio, siamo solo all’inizio. Assaporo i sussurri del vetro-cemento, i suoi colori deformi. Schemi pendono dalle pareti. Nessuno ascolta. Nessuno sa cosa sarà. Verranno tempi di resistenza, verranno giorni più caldi. Ora ci rannicchiamo in quest’angolo e beviamo piccoli sorsi di speranze da un bicchiere di plastica.